Marciume radicale

Marciume radicale del ciliegio

Colpisce le radici e il colletto delle piante, le parti ammalate vengono invase dal fungo e marciscono. Le piante colpite sono ubicate nei terreni compatti e con ristagni idrici. Funghi e batteri sono la causa principale di questa malattia che porta al generale deperimento della pianta assorbendo le sostanze nutritive presenti nel terreno. I sintomi sono il ridotto accrescimento, in discolorazioni fogliari, caduta delle foglie, morte dei germogli o di tutta la pianta. Evitare i ristagni idrici nel terreno ed asportare le piante colpite con il maggior numero possibile di radici. Disinfettare il terreno impiegando calce viva.

Marciume radicale fibroso

(Armillaria mellea)

La malattia causata da questo fungo è conosciuta con il nome di marciume radicale fibroso. Il fungo è polifago può attaccare diverse specie di piante: pesco, susino, albicocco, ciliegio, melo, pero, cotogno, vite, noce, mirtillo, lampone, olivo.

Il fungo attacca le grosse radici e il colletto invadendo la zona sottocorticale con un micelio fibroso di colore bianco disposto a ventaglio dove s’intravede una necrosi, con imbrunimento dei tessuti sotto la corteccia, che facilmente si distacca.

Una pianta colpita da Armillaria si riconosce perché assume un aspetto stentato, sofferente, il fogliame diventa giallo clorotico, i germogli sono poco vigorosi, la chioma trasparente, il deperimento è lento e graduale fino a portare alla morte l’ospite.

Le zone colpite emanano l’odore del fungo fresco, quindi anche l’olfatto può aiutarci a notare la presenza della malattia.

In autunno, al colletto delle piante morte o fortemente deperite possono comparire famigliole di funghi a cappello (chiodini), le cui basidio-spore provvedono alla diffusione delle infezioni. Il fungo si conserva nel terreno per lungo tempo. Fare lo sgrondo delle acque in eccesso. Estirpare le piante fortemente deperite con il maggior numero di radici possibile. Disinfettare la buca lasciata dalla pianta con calce viva. Attendere 3-4 anni prima della messa a dimora di una pianta.


Marciume lanoso delle radici

(Rosellinia necatrix)

Colpisce piante poste in condizioni di asfissia radicale e di indebolimento generale. L'insediamento del patogeno sono le ferite, anche se in grado di parassitizzare direttamente le giovani radici quando queste si trovino in condizioni di asfissia. I sintomi sono quelli generici di sofferenza legati ad ingiallimenti e seccumi diffusi della chioma, getti raccorciati e abbondante fioritura e fruttificazione seguita spesso dalla morte della pianta. Sulle radici ammalate il fungo forma un micelio fioccoso bianco formando un reticolo di cordoni rizomorfici che presentano ingrossamenti a livello delle diramazioni. La lotta consiste ad asportare e distruggere le piante ammalate con il maggior numero di radici e disinfettare il terreno con calce viva. Nei terreni infetti evitare il reimpianto con piante arboree o con portinnesti suscettibili.

Rimedio

CALCE SPENTA MAGNESIACA CONFEZIONE DA 4 KG

  • IL CALCIO E IL MAGNESIO SONO ELEMENTI ESSENZIALI SIA PER NUTRIRE LE COLTURE CHE PER EQUILIBRARE IL TERRENO

  • ALL'INTERNO DELLA PIANTA IL CALCIO NEUTRALIZZA L'ACIDITA' IN ECCESSO, PRODOTTA DAI NATURALI PROCESSI FISIOLOGICI, E IRROBUSTISCE LE PARETI CELLULARI, PREVENENDO FISIOPATIE QUALI LA BUTTERATURA AMARA E IL DISSECCAMENTO DEL RACHIDE

  • IL CALCIO INOLTRE EQUILIBRA IL PH DEL TERRENO E DEI SUBSTRATI ELIMINANDO I PROBLEMI DEI SUOLI ACIDI

  • IL MAGNESIO E' UN ELEMENTO ESSENZIALE PER LA VITA DELLE PIANTE ESSENDO IL COSTITUENTE CENTRALE DELLA CLOROFILLA. IL MAGNESIO AIUTA NELLA PREVENZIONE DELLA CLOROSI FERRICA

LA CALCE PUO' ESSERE USATA ANCHE COME DISINFETTANTE E BATTERICIDA NEGLI ALLEVAMENTI, CANILI, AREE DOMESTICHE. OPPURE PUO' ESSERE USATA ANCHE NELLA PREPARAZIONE DELLA POLTIGLIA BORDOLESE IN ASSOCIAZIONE AL SOLFATO DI RAME IN GRANULI

Marciume radicale marrone

(Pyrenochaeta lycopersici)

Sopravvive nel terreno e nelle radici interrate dei pomodori sotto forma di microsclerozi. Germinano e producono il micelio che a sua volta infetta le radici del pomodoro e di altri ospiti. Sono noti vari ospiti secondari nei sistemi di coltivazione in pieno campo: peperone, melone, melanzana, zucca, spinaci e cartamo. La malattia si sviluppa ad una temperatura compresa tra gli 8 e i 32 °C. Tuttavia, il fungo preferisce le basse temperature. Le temperature ottimali per lo sviluppo della malattia sono comprese tra i 15 e i 20 °C. Lo sviluppo si riduce a temperature superiori a 20 °C. Il fungo produce picnidi contenenti conidiofori con conidi e microsclerozi. La diffusione avviene attraverso la dispersione di particelle di terreno tramite attrezzature agricole e pratiche di coltivazione. Questo fungo non riesce a competere in maniera adeguata con una popolazione microbica equilibrata presente nel suolo.